Si riparte dall’Emilia Romagna, anche se la spallata non c’è stata. Matteo Salvini non si sente sconfitto tantomeno abbattuto, anzi vuole far pesare quel 34 per cento all’interno della coalizione di centrodestra. E nel mirino ritorna la Puglia, riaprendo una vecchia discussione, che per Giorgia Meloni invece è chiusa da tempo .
Il pressing viene dai territori, da quei militanti che guardano all’impresa non centrata con Lucia Borgonzoni, una sorta di ‘vittoria dimezzata’ che deve avere un riscatto. In aggiunta c’è da dire che Raffaele Fitto, candidato di Fratelli d’Italia, è inviso proprio ai leghisti presenti sul territorio che non poco tempo fa militavano al seguito proprio dell’europarlamentare. Insomma, la faccenda Puglia rischia di diventare una mina pronta ad esplodere, con Meloni che non ha alcuna intenzione di retrocedere – visto anche il peso che ha nella coalizione come secondo partito – e per questo vuole chiudere la faccenda prima ancora di aprirla, invitando l’alleato a rispettare gli accordi: “Abbiamo detto sì alla Borgonzoni, ci siamo assunti la responsabilità di sostenerla, ci siamo battuti pancia a terra perché vincesse. Non recriminiamo.
Come lo abbiamo fatto noi siamo certi lo faranno anche gli altri alle prossime Regionali, in Puglia e nelle Marche dove abbiamo indicato Fitto e Acquaroli”.Per il Capitano invece la partita è tutta da giocare. Venerdì in via Bellerio ci sarà la riunione del federale e fonti leghiste fanno sapere che sarà quella la sede “per fare una analisi del voto e valutare anche con la percentuale raggiunta nella attuale campagna elettorale, quale quota spetta a ciascun attore della coalizione”. Appare chiaro, viene spiegato, “che se la Campania non è in quota Lega, sulle altre si può discutere”.
Salvini, non è un mistero, vuole conquistare una regione del Sud per ribaltare quelle percentuali che lo vedono ancora debole nel mezzogiorno e, per dirla con una battuta, “la Puglia è la regione più fica…”. Al posto di Fitto,il Carroccio avrebbe un nome da proporre, Nuccio Altieri, presidente Invimit ed ex deputato.Un discorso che Meloni non vuole neanche affrontare perché, come ricorda un esponente di FdI, “sui candidati di Marche e Puglia, che spettano a noi, Salvini ha dato l’ok quando fu siglato l’accordo per Raffaele Volpi al Copasir”. Non bisogna andare tanto lontano, la presidenza del Comitato parlamentare per la sicurezza della Repubblica – dopo la nomina di Lorenzo Guerini a Ministro della Difesa – doveva passare nelle mani di Adolfo Urso. La Lega praticamente impose un cambio di programma e Meloni ottenne la chiusura sulle due regioni che dovranno rinnovarsi la prossima primavera.Salvini punta però a un altro rimescolamento, non escludendo la Campania. Assodato che la Toscana rappresenta “una sfida difficile, in cui vuole misurarsi”, il Carroccio potrebbe ridiscutere la candidatura di Raffaele Caldoro (Fi) nella regione partenopea, offrirla a Fdi – che ha già indicato autonomamente Edmondo Cirielli – e prendersi la Puglia. Il tutto giocato su quelle percentuali che la domenica elettorale hanno relegato Forza Italia a terzo partito della coalizione.
Da Arcore rimandano al mittente qualsiasi tentazione e proposta leghista, con Berlusconi che ha blindato il suo uomo con un “non si discute”. Il Cav vuole giocarsi la carta dei ‘moderati indispensabili’ per la coalizione, una fetta di elettorato che per esempio in Emilia Romagna ha preferito Bonaccini e non Borgonzoni, perché il già governatore li rappresenta di più. Insomma Salvini nel prossimo vertice, che dovrebbe tenersi nel week end a Milano – ma che non è stato ancora fissato – dovrebbe trovarsi di fronte a un muro a cui sarà difficile dare la spallata. Il dossier è come sempre caldo ed “è tutto da vedere” conferma Giancarlo Giorgetti, che tenta di gettare acqua sul fuoco delle tensioni: “Ora fateci prendere fiato”.