Cronaca

Amore Criminale, la storia di Manuela: uccisa dal collega perché lo amava e voleva uscire allo scoperto

Amore Criminale, la storia di Manuela: uccisa dal collega perché lo amava e voleva uscire allo scoperto

Un amore clandestino, violento, che di naturale non aveva nulla. Manuela Bailo si era innamorata di Fabrizio Pasini, un collega, sposato e con figli.

Manuela, 35 anni di Nave ( in provincia di Brescia) impiegata al Caf della Uil è un’altra vittima del troppo amore. Morta per mano dell’uomo che  amava. Uomo condannato a 16 anni con rito abbreviato, accusato di omicidio e occultamento di cadavere

Il litigio

I due si sono visti la sera del 29 luglio per l’ultima volta. Il femminicidio non avrebbe però avuto alcuna premeditazione. Tutto pensato quella stessa sera, a seguito di uno scatto di rabbia. Secondo la ricostruzione fornita dallo stesso Pasini, avrebbero dovuto dormire insieme: una parola tira l’altra e poi il litigio.

Quella sera, al piano di sotto c’erano i genitori di lei. Le urla, le bugie, la disperazione di Manuela.  Ad un certo punto l’uomo l’avrebbe spinta giù per le scale senza però volerla uccidere: solo uno scatto di rabbia. Temeva che i suoi parenti, che vivevano al piano di sopra avrebbero potuto sentirla gridare, temeva che avrebbero sentito le urla della donna che per l’ennesima volta lo incolpava di dire ancora menzogne. L’uomo, però, avrebbe sempre negato di averle tagliato la gola.

La storia

Un amore nato sul posto di lavoro. Tra le scrivanie del Caf. Manuela era single, magari non voleva alcuna storia d’amore, non era impegnata, il suo cuore non batteva per nessuno. Fabrizio era sposato, padre di due figli. Una relazione fatta di alti e bassi, un tira e molla classico di tutte le relazioni clandestine: tra la sua finta voglia di troncare il rapporto con Manuela e il desiderio di quest’ultima di gridare al mondo la storia con Fabrizio.

Secondo la ricostruzione fornita da Il Corriere della Sera manipolava l’amante alimentando le speranza della donna. A quanto pare le diceva di non poter lasciare la moglie per non traumatizzare i figli. Una scusa bella e buona, un temporeggiamento ben inteso da Manuela che gli aveva dato un ultimatum, un aut aut: o la convivenza o la fine del rapporto.

Fabrizio, accecato dalla rabbia l’ha uccisa il 29 luglio del 2018, all’interno della casa della mamma di Manuela.  Il suo corpo venne poi occultato all’interno della vasca per i reflui in una cascina di Azzanello per essere ritrovata solo tre settimane dopo dall’uccisione. Il rinvenimento venne effettuato quando Pasini fece rientro dalle vacanze.

Il medico legale chiarì le cause della morte: “Shock emorragico secondario – riporta Il Corriere- a sezione completa della carotide destra da lesività da taglio”. E’ stata sgozzata mentre era in uno stato non cosciente. La lama non è stata mai trovata.

Per questo vile atto, il Gip, data la richiesta di rito abbreviato da parte dell’avvocato, lo ha condannato a 16 anni: con l’aggravante della premeditazione.