San Giorgio, il Comune effettua tamponi a gente esterna all’Ente nella stanza del vicesindaco in orario di lavoro
Tamponi ad estranei e nella stanza del vicesindaco di San Giorgio a Cremano. Una “room” allestita a “Covid Center” ( non certificata) per effettuare test rapidi su alcuni membri del personale di una cooperativa che lavora per il Comune. Non si tratterebbe, dunque, di impiegati dell’Ente, ma persone esterne allo stesso (Repetita iuvant). Il perché? A quanto pare uno dei dirigenti della suddetta cooperativa sarebbe risultato positivo al Coronavirus. Tra gli “analizzati” ci sarebbe stato anche un noto attivista politico sangiorgese che orbita attorno all’amministrazione. Un giallo, in soldoni. La stanza del vice sindaco era a norma? E’ stato riferito ai dipendenti che al momento erano su quel piano della Casa Comunale che sarebbero stati effettuati tamponi? Ma se la cooperativa non è l’Ente, perché effettuare analisi lì?
Queste le domande che si sono posti i consiglieri Luca Mignano e Aquilino Di Marco presenti, per svolgere la propria attività in Commissione. Il primo soprattutto, scoperto il fattaccio ( ancora da chiarire) ha inviato una lunga pec sia all’Amministrazione che ai consiglieri comunali tutti.
“Ho appreso – scrive Mignano – solo dopo aver visto un medico indossare una tuta protettiva, che quelle stesse persone si trovano li in attesa di eseguire il tampone/test per verificare la positività al coronavirus. Tuttavia avevo immaginato, sbagliando, che fossero state individuate a campione in base a non so bene quali caratteristiche e criteri”.
“Solo adesso mi sono giunte voci, invece, che quelle persone erano state convocate in quanto entrate in contatto con un soggetto (sembrerebbe dipendente e/o amministratore di una Cooperativa Sociale operante per il Comune) risultato positivo al Covid-1. Non voglio nascondere lo stupore, la rabbia e l’indignazione che ho provato apprendendo il pericolo a quale ritengo di essere stato esposto a causa di un comportamento a dir poco superficiale e sicuramente contrario alle regole anche di prevenzione di infortunio sul lavoro”.
Particolare sgomento anche dal consigliere comunale Aquilino Di Marco: “Ero andato lì per svolgere il mio lavoro di consigliere, ho notato un movimento insolito. Mi è stato poi riferito che alcuni soggetti dovevano essere sottoposti a tampone. Da medico, però, mi sono meravigliato per aver riscontrato una certa superficialità nell’affrontare il problema, dato che l’unico ad avere la tuta protettiva era il medico che effettuava il test, tutti gli altri, me compreso svolgevamo la nostra attività normalmente senza aver ricevuto alcun avviso. Quando io, da dirigente medico ho dovuto sottopormi al test, non l’ho potuto fare dove lavoro, ma, sia io che mio figlio ( cardiologo al Santobono) ci siamo recati in una struttura specializzata dove ci ha accolto personale in tuta. E allora cosa possiamo dire? Che il sindaco e i suoi hanno avuto troppa leggerezza? A questo punto posso anche avere dei dubbi su come sia stata trattata l’emergenza negli ultimi due mesi?”