Pazienti ammassati, ambulanze bloccate e medici esasperati: l’ospedale di Nola a un passo dal collasso
Pazienti ammassati, medici esasperati e pronto soccorso a un passo dal collasso: all’ospedale Santa Maria della Pietà di Nola è scattato l’allarme. Ma la psicosi per coronavirus non c’entra nulla. Carenze di organico e di reparti hanno trasformato il pronto soccorso del nosocomio nolano (già rimbalzato agli onori della cronaca per i pazienti curati sul pavimento) in un campo di battaglia. I medici lanciano l’allarme ma preferiscono non metterci la faccia perché temono ripercussioni.
Questa mattina il parlamentare del Movimento Cinque stelle, Luigi Iovino, ha effettuato un’ispezione all’interno dei reparti del pronto soccorso dopo le varie segnalazioni. La vicenda sarà portata all’attenzione del governo nazionale.
Al pronto soccorso lavorano solo 8 medici: un nosocomio che garantisce assistenza a un territorio vasto che va dal vesuviano fino ai confini con la provincia di Caserta e Salerno.
L’afflusso di pazienti sta mandando in tilt gli operatori: non ci sono posti letto e barelle. Al punto che le ambulanze sono costrette a restare nel pronto soccorso perché i pazienti non possono essere trasferiti nei reparti ma devono restare in barella.
L’Obi, il reparto di degenza breve, dove gli ammalati possono sostare per un massimo di 36 ore, è stato attrezzato a reparto provvisorio di medicina e chirurgia. C’è un problema di organico: solo 8 medici non possono assicurare l’assistenza. E dall’Asl non arriva alcun rinforzo. Secondo problema, i posti letto: c’è un reparto pronto, con 20 posti letto, ma chiuso da tempo. Perché l’Asl non ne dispone l’apertura? C’è chi sospetta una volontà politica che punti a depotenziare Nola in favore dei presidi stabiesi. L’unica certezza: a Nola la sanità targata De Luca è sicuramente ultima.