In gergo giornalistico si chiama “Ballon d’essais” cioรจ una notizia di un fatto ancora solo possibile, comunicata come certa per saggiare l’opinione pubblica. Eppure quello che si รจ scatenato a Napoli, dopo la “ritirata” dell’ex rettore Gaetano Manfredi dalla corsa a Palazzo San Giacomo, sembra avere quel sapore.
Una notizia montata ad arte per sondare il parere della gente e per cercare di farsi convincere dai partiti alleati. Nelle salotti la sensazione sembra essere proprio quella.
Rumors dicono proprio questo. Tanto รจ che nella lettera da lui pubblicata non c’รจ traccia di un “basta” categorico. Si parla di progetti che non ci sono, piani che ci dovrebbero essere, ma non c’รจ un “basta, mi ritiro”. Quello che vorrebbe lo stesso Manfredi รจ una sorta di “assicurazione”, un piano che possa garantirgli una unitร sulla sua candidatura da parte della coalizione tutta ( non solo Pd e M5S) e il paletto del salva Comuni.
E la situazione puรฒ fa solo piacere al segretario Metropolitano Marco Sarracino che, sempre secondo rumors, non gradirebbe assolutamente Manfredi preferendo Roberto Fico.
La lettera
Napoli รจ la mia forza e il mio dolore.
ร la cittร dove mi sono formato, che ha ispirato la mia vita e reso lโuomo che sono. Tanta parte del mio percorso professionale dipende da quanto Napoli mi ha donato: il carattere, la tenacia e il sentimento.
Questa cittร รจ la mia piรน grande fortuna, le sono grato. Perciรฒ, ogni volta che ho assunto un ruolo di responsabilitร , ho sempre cercato di ricambiare, dedicando a lei testa, cuore e azioni, indirizzate anzitutto ai giovani, ai nostri ragazzi.
Ho cercato di dimostrare insieme a loro, e con il lavoro quotidiano, che Napoli non รจ una periferia del Nord Italia bensรฌ il potenziale centro del futuro europeo,
ben consapevole che nel mondo globalizzato le idee sono il bene piรน prezioso.
Napoli รจ la capitale mondiale della creativitร , bisogna soltanto metterla a reddito. ร sui ragazzi, su quello che avrei potuto costruire per loro, che in questi giorni ho fissato il mio pensiero.
Mentre tante napoletane e napoletani, oltre che esponenti politici nazionali e locali, mi sollecitavano a valutare la disponibilitร a candidarmi a sindaco, il cuore fibrillava e la testa ragionava.
Lusingato e riconoscente, come รจ mia abitudine, mi sono messo a studiare. E ho scoperto il dolore. Il Comune presenta una situazione economica e organizzativa drammatica. Le passivitร superano abbondantemente i cinque miliardi di euro, tra debiti e crediti inesigibili.
Le partecipate sono in piena crisi e si prospettano difficoltร a erogare i servizi. La macchina amministrativa รจ povera di personale ecompetenze indispensabili. La capacitร di spesa corrente รจ azzerata.
Siamo, di fatto, in dissesto. Un dissesto che dovrร essere dichiarato o dal sindaco Luigi de Magistris entro qualche giorno o dal nuovo sindaco a fine anno. Sarei felicissimo se venissi smentito su questi dati drammatici, ma temo che saranno confermati. La conseguenza รจ che, in queste condizioni della cittร , il sindaco diventa un commissario liquidatore.
I napoletani, legittimamente, hanno aspettative altissime. Ambiscono ad avere trasporti efficienti, strade riparate e pulite, asili nido, centri per gli anziani, impianti sportivi, parchi pubblici e condizioni di vita quotidiana adeguate ai migliori standard nazionali e internazionali. E questa รจ soltanto lโordinaria amministrazione. Ma chiedono anche altro, vogliono evolvere verso la trasformazione digitale, il turismo sostenibile, lโeconomia circolare, i diritti di cittadinanza. Ambiscono a fare di Napoli, seppur mantenendo tutte le sue formidabili tipicitร , una cittร europea a pieno titolo come รจ stata sempre nella sua storia.
A queste sollecitazioni ho risposto sempre con grande ponderazione, scambiata a volte per eccessiva prudenza. Ma chi mi conosce sa bene che preferisco la concretezza alle parole vuote. Il dissesto e i conseguenti vincoli di bilancio, in questa fase di grande sofferenza sociale a valle della crisi pandemica, creerebbero ferite profonde e azzopperebbero immediatamente il desiderio di ripartenza che tutti noi abbiamo. Alle aspettative si sostituirebbe la frustrazione. I piรน deboli pagherebbero il prezzo piรน alto. Sarebbe una fase lontana dalla mia visione di societร e dai miei valori. Soltanto un intervento legislativo di riequilibrio โ un immediato, incisivo e concreto โPatto per Napoliโ โ puรฒ garantire alla cittร un futuro di sviluppo.
Un Patto privo di artifici contabili, colmo di realtร , basato su uno stralcio del debito con un commissario straordinario come fatto per Roma e un piano
straordinario di investimenti nazionali e regionali. Un Patto per un nuovo slancio della comunitร partenopea, coinvolta con le sue migliori risorse nellโamministrazione della cittร . Un Patto fra tutti coloro che vogliono bene a Napoli: imprenditori, civici, rappresentanti delle associazioni e del mondo
del lavoro. Perchรฉ i soldi da soli non bastano, sono soltanto una precondizione: a Napoli servono anche risorse umane di primo livello, decise a impegnarsi per la rinascita della cittร , a cominciare dalla giunta comunale, che dovrร essere di altissimo profilo e con le mani libere. Altrimenti pensare che si cancellano i problemi scegliendo il sindaco comporterร soltanto il continuo ripetersi di quello che giร viviamo.
Il campo largo delle forze progressiste che si รจ costituito a Napoli e ha animato il governo a cui ho partecipato grazie alla scelta del Presidente Conte, ha tutte le energie per guidare, su queste basi, lo sviluppo della cittร , anche con il sostegno della Regione Campania. Aggiungo perรฒ che la questione non riguarda solo il campo progressista. Dovrebbe investire lโintero arco istituzionale, da chi deciderร di candidarsi a sindaco per ogni parte politica al centrodestra, al Governo e al Parlamento.
E dovrebbe palesarsi prima delle elezioni amministrative, per le urgenze giร ricordate e per sgombrare il campo dallโequivoco che rappresenta un favore a questo o a quel sindaco. In ballo non ci sono tatticismi politici, guerre di posizione e carriere personali, che francamente mi provocano anche una certa
inquietudine, a maggior ragione per le ulteriori difficoltร che rischiano di vivere Napoli e i napoletani aggravate dagli effetti della pandemia. In ballo cโรจ il futuro della cittร .
In questo quadro rinnovato, confermo quanto ho sempre detto: ognuno deve fare la sua parte. Ma al momento la mia disponibilitร , in queste condizioni, sarebbe inutile perchรฉ non potrei fare quello che credo si debba fare: rispondere concretamente alle aspettative dei napoletani.