L’Italia si tinge ancora di Rosso. Non è per addobbare le strade in prossimità delle feste Natalizie, ma è per chiudere altre due Regioni. Un lockdown che era nell’aria. Si palpava ormai da tempo. Sia in Campania che in Toscana era già tutto previsto.
Chiudere ora, per cercare di far trascorrere in serenità il periodo Natalizio. Una serenità tinta di nero, però, per tutte quelle categorie ce rimarranno chiuse (come i bar e i centri estetici), se non arriveranno subito i famosi “fondi” che porteranno un po’ di ossigeno.
Un lockdown che nelle regioni rosse dovrebbe durare fino al 3 dicembre ( come recita l’ultimo decreto). Il governo sta facendo di tutto per far passare il messaggio che saranno festività sobrie, ma non prive di atmosfera. E in questa strategia mediatica rientra anche la corrispondenza di Conte con il bambino di Cesano Maderno, con annessa promessa del premier: “Babbo Natale non avrà bisogno di autocertificazioni per portare i regali”. In realtà, su Palazzo Chigi aleggia comunque lo spettro di un Natale differenziato, con regole diverse da una Regione all’altra.
In questo momento, per fare un esempio, è possibile fare shopping a Roma (zona gialla) ma non a Milano (rossa), a Palermo (arancione) ma non a Torino (rossa). Non è un problema di poco rilievo, tenuto conto che i negozi chiusi sono quelli delle zone più ricche del Paese. Ecco un altro motivo per cui il governo punta su un miglioramento dello scenario che consenta di alleggerire i provvedimenti restrittivi al Nord. Ma è solo una speranza. E non a caso Conte mette le mani avanti: “Il Natale non lo dobbiamo identificare con lo shopping, fare regali e dare un impulso all’economia. Natale è un momento di raccoglimento spirituale”.
Il virologo
Certo a calmare gli animi è sicuramente il consulente del Ministro della Salute Walter Ricciardi che rimane dell’idea di contenere il contagio: “Non ci si potrà spostare tra regioni con diversi livelli di gravità”. Significa, in altre parole, che tanti lavoratori non potranno tornare nelle città e nei paesi d’origine per celebrare la ricorrenza con i familiari.
Sobrietà, è la parola d’ordine, ma anche la dimensione religiosa della festa sarà ridotta: se il Vaticano valuta l’ipotesi di anticipare le Messe della mezzanotte di Natale, il governo potrebbe introdurre un “numero” chiuso per l’accesso nelle chiese, un tetto alle presenze come quello imposto per i matrimoni. Poco shopping, niente botti ma anche momenti di preghiera non affolati. Resterebbe la tombola, per salvare la tradizione anche ai tempi del Covid: ma anche quella, con sei persone al tavolo (il numero massimo “fortemente raccomandato” dal governo) non sarà la stessa cosa.