Muore un soccorritore del 118 bergamasco. Era risultato positivo al Covid-19. Purtroppo negli ultimi giorni è peggiorato. Secondo il bollettino dei ADL Cobas, l’uomo 45 anni era in salute e aveva una figlia.
La nota
“E’ morto Diego, un soccorritore del 118 di Bergamo. È morto di Covid 19. A darne l’annuncio – si legge – i soccorritori di ADL Cobas Lombardia della Sanità , Diego, lavorava sull’ambulanza a Bergamo, aveva 45 anni e una figlia, Diego era un lavoratore preparato, un soccorritore che ha sempre utilizzato i dispositivi di protezione individuali, non era anziano e non aveva altre malattie. Diego era uno dei 700 operatori sanitari, medici, infermieri, soccorritori, oss che già sono stati contaminati.
La richiesta
“Nel nome di Diego chiediamo come operatori della Sanità misure straordinarie di Protezione per tutti i soccorritori e gli operatori sanitari, che dovrebbero indossare sempre i dispositivi di protezione integrali da Covid 19. Chiediamo che tutte le cliniche private convenzionate mettano a disposizione posti letto per contagiati da covid 19. La cosa che ci preoccupa di più è la leggerezza con cui si abbandonano le lavoratrici ed i lavoratori al loro destino mettendo davanti gli interessi di confindustria. Siamo preoccupati come operatori del settore dell’intesa tra Governo, Sindacati confederali e confindustria, siglata proprio oggi, un’intesa sbilanciata troppo sul profitto e che mette al secondo posto la salute dei lavoratori e delle lavoratrici. Non saranno certo mascherine e guanti a salvare dal contagio i lavoratori e le lavoratrici, bisogna chiudere adesso e istituire subito un reddito di quarantena, fermare tutte le produzioni, non è necessario in questo momento a combattere la lotta al covid 19. I padroni insieme alla complicità dei sindacati confederali possono rimandare il loro profitto a quando avremo sconfitto il corona virus.Ma adesso dovete rimanere a casa tutti, altro che guanti e mascherine. Oggi piangiamo Diego ma finita l’emergenza faremo i conti sicuri di avere al nostro fianco chi oggi ci chiama angeli”.