Cronaca

Caso Alessandro Maja, il giallo della “rovina finanziaria”

La Paura della povertà, l’incubo di una disgrazia, sono questi i dubbi che attanagliavano Alessandro Maja, il geometra di Samarate, in provincia di Varese, che ha ucciso la moglie Stefania e la figlia Giulia di 16 anni. Non si conosce l’entità del fatto, se l’uomo stava attraversando un periodo economico difficile dovuto al suo lavoro oppure se avesse avuto rapporti con persone poco raccomandabili che lo avevano portato ad effettuare operazioni illegali.

Dubbi che gli inquirenti possono togliersi solo dopo l’interrogatorio posticipato in secondo momento, quando l’uomo starà meglio.
Bisogna capire quando l’uomo, che nell’attacco della notte tra martedì 3 e mercoledì 4 maggio ha infierito, con le medesime armi casalinghe (cacciavite e martello, con quest’ultimo a percuotere il primo per imprimere maggiore forza) anche contro il primogenito Nicolò, sarà nelle condizioni di rispondere alle domande. Stando a quanto da lui stesso dichiarato all’avvocato Enrico Milani «spiegherò ogni cosa».

I dubbi

Come riporta il Corriere della Sera “D’accordo quell’insistenza di Maja, nativo di Milano dove ha sede l’azienda, sul denaro che non ci sarebbe più stato; d’accordo anche l’altra ossessione dell’architetto-imprenditore (raccomandarsi con moglie e figli di risparmiare pure i centesimi); e però, se i bilanci erano sani e l’esposizione con le banche non preoccupanti, allora lì torniamo: una seconda vita professionale e sciagurati, irrimediabili errori. Ma con chi? Per conto di chi? Vi saranno indizi nelle carte e nei pc che i carabinieri hanno sequestrato e stanno esplorando? Nulla escludendo, rimane plausibile anche ipotizzare scenari di riciclaggio.

Le parole all’avvocato
«Non mi capacito di come sia potuta accadere una cosa del genere, non doveva succedere», ha detto Maja all’avvocato Enrico Milani nel reparto di psichiatria dell’ospedale di Monza dove è ricoverato. L’architetto assassino, sedato e sottoposto a una serie di accertamenti clinici, è piantonato dalle forze dell’ordine.