Cronaca Economia

Bufera alla Banca di Bari, la Procura apre un fascicolo di indagine

La Procura di Bari ha aperto un nuovo fascicolo d’indagine (modello 45 senza indagati né ipotesi di reato) sulla Banca Popolare di Bari dopo la lettera inviata nei giorni scorsi dalla Consob che ha segnalato il mancato invio delle informazioni richieste alla banca sulla situazione dei conti. La notizia è confermata all’Ansa da fonti vicine agli ambienti giudiziari. L’indagine, coordinata dal procuratore aggiunto Roberto Rossi, dovrà valutare se quanto segnalato dal presidente Consob Paolo Savona configuri ipotesi di reato.

La Popolare di Bari “è un’altra banca con mega-buco provocato dai manager e da chi evidentemente doveva controllare e non l’ha fatto bene. Tutti in queste ore parlano di decreto legge. Ma non corriamo troppo. Per noi ci sono 2 cose da fare prima di arrivare ad un decreto: vogliamo sapere da chi doveva sorvegliare cosa è emerso in questi anni. Quante sono state le ispezioni di Bankitalia negli ultimi tre anni? Cosa è emerso? Vogliamo sapere chi ha prestato soldi e a chi”. Lo scrive su facebook il leader del M5S Luigi Di Maio.

“Se dobbiamo mettere soldi pubblici in una banca per evitare che saltino i conti correnti dei pugliesi, quella banca deve diventare di proprietà dello Stato per creare la banca pubblica per gli investimenti, che è un nostro obiettivo del programma del Movimento 5 Stelle e che tra l’altro è dentro il programma di Governo. Non faremo come qualcuno in passato con le banche Venete, che furono ripulite con i soldi degli italiani e poi furono regalate (al prezzo di un euro) ad altre banche”, scrive Di Maio su Fb.

“Dopo ampia discussione, il Consiglio dei ministri ha espresso la determinazione ad assumere tutte le iniziative necessarie a garantire la piena tutela degli interessi dei risparmiatori – si legge nella nota del Consiglio dei ministri – e a rafforzare il sistema creditizio a beneficio del sistema produttivo del Sud, in maniera pienamente compatibile con le azioni di responsabilità volte ad accertare le ragioni che hanno condotto al commissariamento della Banca” (Popolare di Bari, ndr).

Non tuteleremo nessun banchiere“, ha detto il premier Giuseppe Conte nella conferenza stampa sui primi 100 giorni di Governo nella Sanità rispondendo ad una domanda sulla crisi della Popolare di Bari. Sulla Popolare di Bari “interverremo attraverso uno strumento nella pancia di Invitalia, Mediocredito Centrale. Cerchiamo di fare di necessità virtù. Assicureremo a Mediocredito centrale le necessarie risorse per poi, con un fondo interbancario, intervenire per rilanciare la Pop Bari. Avremo una sorta di Banca del Sud degli investimenti a partecipazione pubblica”.

“No, Italia Viva non è diventata irresponsabile: siamo pronti a salvare gli istituti di credito insieme ai risparmiatori e ai posti di lavoro, ma non senza avere accertato le responsabilità che li hanno portati a quella situazione – ha scritto su Twitter il ministro Teresa Bellanova– e non senza aver condiviso una strategia complessiva, che eviti misure tampone ed emergenziali. Non si convocano i ministri per un Consiglio last minute e con urgenza dopo che nel pomeriggio si erano lette dichiarazioni di tutt’altro segno. Iv c’è. Ma non ad occhi bendati”.

“Siamo disponibili a sostenere i risparmiatori come abbiamo fatto – ha detto il coordinatore di Italia Viva Rosato e la ministra Bellanova, capo delegazione di Iv al governo -. La procedura che viene immaginata per Bari, tuttavia, è per larghi tratti inedita. E dovendo impiegare un miliardo del contribuente appena qualche ora dopo l’assicurazione del Premier che negava ogni ipotesi di interventi, ci pare giusto capire meglio di che cosa stiamo parlando. Votare a scatola chiusa un decreto così importante è ingiusto e pericoloso”.

Per il sindaco di Bari e presidente nazionale Anci, Antonio Decaro, “il governo deve assolutamente intervenire per salvare la Banca Popolare di Bari così come è accaduto per altre realtà del nostro Paese. Altrimenti assisteremo allo sgretolamento dell’intero tessuto economico della città e oltre 70 mila famiglie perderebbero i loro risparmi”.

“Se vogliamo salvare l’Italia, fermiamoci e mettiamoci attorno a un tavolo con un comitato di salvezza nazionale“, dice il leader della Lega Matteo Salvini. “Se salta la popolare Bari, salta la Puglia e salta l’Italia. Stiamo vivendo un momento drammatico, non penso sia più il momento delle polemiche”. ha detto Salvini, arrivando al No Tax Day a Milano.

IL PUNTO

La banca d’Italia commissaria la Banca Popolare di Bari ma il governo non riesce a varare il decreto per portare in salvo l’istituto barese, con un intervento attraverso un aumento di capitale di Mediocredito Centrale. Italia viva, come annunciato, diserta il Consiglio dei ministri convocato a tarda sera per un decreto che, secondo l’ordine del giorno, avrebbe dovuto porre le basi “per la realizzazione di una banca di investimenti”. Perchè è questo il progetto, come conferma a tarda sera il Mef. Ma Iv alza subito il tiro: si diffonde la voce, poi smentita, che Renzi voglia aprire la crisi di governo. Voce poi smentita.

Italia Viva comunque diserta il Cdm (“Non ci avevano neanche avvertiti”, lamentano) e denuncia i 5 stelle, che accusavano Renzi del salvataggio di Etruria e ora salvano una banca col Pd. La tensione si alza. Anche il M5S si mette di traverso: nessun decreto può passare senza un supplemento di riflessione, avverte Di Maio dalla Calabria. Conte resta a lungo riunito con il ministro Roberto Gualtieri. In attesa ci sono i ministri Dem e 5S: la riunione rischia di saltare. Il veto M5S blocca il decreto. Il problema però è solo rinviato: un provvedimento si rende necessario per garantire l’operatività della Banca, su cui è intervenuta Bankitalia. Il Consiglio dei ministri avvia i suoi lavori e Gualtieri fa un’informativa, illustrando i contenuti dello schema del provvedimento.

Dario Franceschini, a nome del Pd, si scaglia contro l’irresponsabilità dei colleghi. Da fuori, Matteo Salvini e Giancarlo Giorgetti chiedono le dimissioni di Conte che nel pomeriggio aveva negato la necessità di un salvataggio. Il braccio di ferro nella maggioranza sul decreto non ferma però Bankitalia che convoca il Cda della Bari per l’adozione di provvedimenti di vigilanza. Una formula a cui fa seguito il commissariamento della banca, messa in amministrazione straordinaria previo scioglimento del cda e del collegio sindacale. Ai commissari Enrico Ajello e Antonio Blandini, assieme ai componenti del comitato di sorveglianza Livia Casale, Francesco Fioretto e Andrea Grosso, è stato affidato il compito di predisporre le “attività necessarie alla ricapitalizzazione” e di finalizzare le “negoziazioni con i soggetti che hanno già manifestato interesse all’intervento di rilancio”, cioè il Fitd e Mediocredito centrale. “La banca prosegue regolarmente la propria attività. La clientela può pertanto continuare ad operare presso gli sportelli con la consueta fiducia” è il messaggio tranquillizzante lanciato dalla banca. Ma “la convocazione improvvisa di un Consiglio dei ministri sulle banche, senza alcuna condivisione e dopo aver espressamente escluso ogni forzatura o accelerazione su questa delicata materia, segna quindi un gravissimo punto di rottura nel metodo e nel merito” ha tuonato Luigi Marattin, vicepresidente dei deputati di Italia Viva. Il progetto, che con un decreto il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri aveva portato sul tavolo del Consiglio dei Ministri e che molto probabilmente arriverà all’esame della prossima riunione lunedì prossimo, aveva l’ambizione di salvaguardare non solo la Popolare di Bari ma anche quella di creare una banca di investimento per accompagnare la crescita e la competitività delle imprese, con particolare attenzione al Sud.

In particolare per la Bari, che non rispetta i requisiti patrimoniali minimi e necessita di un miliardo di euro, il decreto ipotizza un salvataggio in tandem con il sistema bancario, attraverso il Fidt, e dello Stato, che dovrebbe mettere in campo Mediocredito Centrale. Lo schema di Decreto predisposto dal Mef prevede un potenziamento delle capacità patrimoniali e finanziarie della Banca del Mezzogiorno-Mediocredito Centrale (MCC), interamente controllata da Invitalia, attraverso un primo aumento di capitale per consentire a MCC, insieme con il Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi (FITD) e ad eventuali altri investitori, di partecipare al rilancio della Banca Popolare di Bari (BPB). Per il Fondo interbancario ha in agenda due riunioni il 18 e il 20 dicembre e attende una richiesta d’aiuto corredata da un piano industriale che faccia emergere il fabbisogno di capitale e chiede di essere affiancato da un partner industriale, che sarebbe poi il Mediocredito Centrale, dotato dei mezzi per un primo intervento tampone che ripristini ratio patrimoniali superiori ai minimi regolamentari. Bankitalia si è mossa nonostante la decisione del cda di promuovere l’azione di responsabilità verso l’ex ad Giorgio Papa, l’ex responsabile dei crediti Nicola Loperfido e l’ex condirettore generale Gianluca Jacobini. Una mossa che appare tardiva in presenza di una banca in condizioni gravissime e sottoposta alle indagini della magistratura che, senza risparmiare l’ad Vincenzo de Bustis, sta verificando la corretta gestione della banca nel corso degli anni.

Per un salvataggio che si apre, uno si avvia alla chiusura. L’offerta dell’aumento di capitale di Carige ha registrato adesioni, da parte dei vecchi soci, pari al 19,7% della tranche in opzione. Sono state sottoscritte azioni per un controvalore di 16,8 milioni di euro, una quota sufficiente a ricostituire un flottante superiore al 10%, scongiurando il rischio che Carige sia esclusa da Piazza Affari.