Muore schiacciata dal letto contenitore. Perde la vita Roberta Romano, 56 anni, agente penitenziario a Venezia. A ritrovare il corpo esanime è stata la figlia poco dopo le 21.30. La vittima avrebbe trascorso gli ultimi minuti della sua vita soffocando, bloccate nel massiccio letto.
I dubbi sulla dinamica
L’obiettivo delle indagini è capire cosa sia successo in quell’appartamento a Santa Marta ora sotto sequestro giudiziario. Dopo i primi accertamenti, i carabinieri hanno spiegato che si tratta di un incidente domestico: quando i medici del Suem118 e i militari del Nucleo natanti sono entrati nella stanza da letto della donna, l’hanno trovata riversa nel letto, ormai senza vita. Ma cosa sia successo prima, resta un mistero dal quale però sembra essere escluso il malore. Cos’abbia ucciso la cinquantaseienne è il nodo dell’indagine aperta alla Cittadella della Giustizia di piazzale Roma e affidata all’Arma, che nelle scorse ora ha sentito la figlia della donna, la prima a chiamare i soccorsi.
I FATTI
La storia inizia attorno alle 21.30 di domenica sera quando il centralino del Suem118 riceve una chiamata. All’altro capo del telefono c’è una ragazza, giovane, poco più che maggiorenne: chiede aiuto perché ha trovata la madre che non respira. Dice che è nel letto a contenitore.
I volontari del Suem girano l’allarme ai carabinieri che arrivano a casa della donna poco dopo. Inutili però i tentativi di rianimazione da parte dei volontari della sanità: Roberta Romano è già morta da tempo.
Scattano così le indagini per andare a fondo della vicenda e capire cosa sia successo nella stanza da letto della donna. I primi passi spingono nella direzione di una fatalità, una disattenzione che avrebbe dato il via ad un incidente domestico che non le ha lasciato scampo. Molto di più si saprà dall’esito dell’autopsia che verrà affidata nei prossimi giorni e dal racconto fatto dalla figlia ai militari dell’Arma, tassello fondamentale nell’inchiesta sulla morte della donna.