La forte scossa di terremoto di magnitudo 4.0 che ha colpito l’Irpinia sabato sera, con epicentro a Montefredane, ha riacceso la paura in una terra profondamente segnata dalla storia sismica. Ma come interpretare questo evento e cosa dobbiamo aspettarci? A fare chiarezza รจ Giuseppe De Natale, dirigente di ricerca dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV), intervistato dal quotidiano Il Mattino di Napoli.
Una zona lontana dalla faglia dell’80
De Natale rassicura su un punto fondamentale: la scossa di sabato non ha alcuna connessione diretta con la grande faglia responsabile del devastante terremoto del 23 novembre 1980. “Siamo molto distanti da quella faglia”, spiega l’esperto.
Tuttavia, l’area di Montefredane non รจ nuova a eventi sismici. “Sono terremoti tettonici, indicano un movimento su alcune faglie”, afferma De Natale. Pur non conoscendo in dettaglio tutte le strutture profonde di quest’area specifica, il Catalogo dei Terremoti Italiani registra diversi sismi in passato. Il piรน forte, ricorda il dirigente INGV, avvenne nel marzo 1905, con una magnitudo stimata di 4.9, molto vicino all’epicentro di sabato.
Uno sciame attivo: impossibile prevedere la Fine
La sequenza sismica in corso non segue il classico schema “scossa principale – repliche a scemare”. Si tratta, spiega De Natale, di una distribuzione “a sciame”, con eventi di varia intensitร distribuiti in modo piรน casuale nel tempo. Questo rende impossibile prevedere la sua durata. “Puรฒ darsi pure che sia finito o che durerร ancora pochi giorni”, afferma, “ma questo non deve farci abbassare la guardia. Ci sono sciami, tipo quello dellโAquila, che possono durare molti mesi”.
L’appello alla prudenza: verificare gli edifici strategici
Proprio l’imprevedibilitร degli sciami sismici spinge De Natale a lanciare un appello importante, basato sull’esperienza passata. “Quando avvengono sciami sismici, andrebbe sempre fatta una ricognizione degli edifici piรน sensibili e strategici“, sottolinea. Questo perchรฉ uno sciame indica un aumento generale della probabilitร sismica, per tutte le magnitudo, inclusi eventi potenzialmente piรน forti.
L’esperto invita quindi alla prudenza e all’azione preventiva: “Credo che la prima cosa che bisognerebbe fare รจ eseguire queste verifiche su scuole, municipi, ospedali, ma anche stabili abbandonati e fatiscenti”. Il ricordo va a tragedie come quella di San Giuliano di Puglia (2002) o della Casa dello Studente a L’Aquila (2009), dove verifiche preventive durante lo sciame sismico avrebbero potuto salvare vite. “Senza allarmare nessuno”, conclude De Natale, “l’esperienza dovrebbe invitarci sempre alla prudenza”.
