Economia Politica

La carica dei 500: i Sindaci del Sud a Napoli per chiedere un’equa ripartizione delle

Comunque la si voglia vedere, quella vissuta il 25 aprile a Napoli resterà una giornata memorabile. Per la prima volta in 160 anni di “malaunità”, infatti, i Sindaci dei comuni del Sud si sono riuniti ed hanno manifestato e chiesto a gran voce la ripartizione dei fondi del Recovery Fund secondo i criteri indicati dall’Unione Europea (direttamente proporzionale a popolazione residente ed a tasso di disoccupazione, inversamente proporzionale al PIL pro capite), criteri in base ai quali spetta alle regioni meridionali una percentuale che varia, a seconda degli studi presi in considerazione, dal 60 ad oltre il 70% delle risorse complessivamente destinate all’Italia.

In un Paese “normale” (non il nostro), sarebbe appunto normale che le aree più disagiate fossero destinatarie di maggiori risorse proprio al fine di ridurre il gap e di garantire a tutti i cittadini pari diritti e pari accesso ai servizi pubblici e sociali; in un Paese “normale” non ci sarebbe bisogno di manifestare per chiedere quanto spetta di diritto; in un Paese “normale” una manifestazione di Primi Cittadini troverebbe larga eco mediatica e occuperebbe le prime pagine dei quotidiani e servizi di apertura nei TG nazionali; in un Paese “normale” Governo e Capo dello Stato sarebbero immediatamente intervenuti per capire cosa stesse accadendo e per risolvere al meglio i problemi evidenziati.

Nel nostro Paese, invece, sono mesi che il governo Conte prima ed il governo dei “migliori” quello tecnico (o tecnico/politico) guidato da Draghi poi continuano a mescolare le carte nel vano tentativo di dimostrare che le risorse del RF destinate al Sud (con enfasi si è giunti al 40%, come non siete contenti?) sono eque; e se si obietta che non sono eque, ciò accade perché i nostri enti locali non sanno spendere; e se sanno spendere, non meritano ulteriori risorse perché altrimenti finirebbero nelle mani della criminalità organizzata. Invece, di organizzato c’è solo un sistema politico- mediatico che, specie negli ultimi vent’anni, ha artatamente sottratto risorse al Sud per trasferirle al Nord e per impiegarle in grandi opere dalla dubbia utilità e dalla pressoché nulla ricaduta economica e sociale.

E’ per evitare l’ennesimo scippo ai danni delle popolazioni del Sud che Pino Aprile, Presidente del Movimento 24 Agosto per l’Equità Territoriale aveva lanciato nei mesi scorsi l’idea di costituire una rete di Sindaci volta a formulare proposte per il Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, chiedere un massiccio irrobustimento delle amministrazioni pubbliche meridionali e coordinare progetti ed interventi da realizzare sul territorio. L’invito è stato raccolto da Davide Carlucci, Primo Cittadino di Acquaviva delle Fonti, comune capofila della cd. “Rete del Recovery Sud” e nei giorni seguenti da un numero crescente di Sindaci di tutte le regioni del Sud fino a superare le 500 adesioni.

La manifestazione di Napoli, convocata simbolicamente per il 25 aprile, giorno della Liberazione, nella città che per prima e da sola si è liberata dal giogo nazi-fascista, ha rappresentato l’orgoglio di questi Primi Cittadini e l’occasione per lanciare un grido di allarme per il futuro delle proprie genti e dei propri territori. A fare gli onori di casa ci ha pensato il Sindaco di Napoli, Luigi De Magistris, convinto sostenitore del Recovery Sud, al cui appello ha fatto eco quello delle decine di Sindaci presenti in piazza provenienti da ogni angolo del Sud Italia. Testimonial d’eccezione Al Bano Carrisi, sempre vicino ai temi che riguardano il Sud.

Presenti e numerosi i circoli del Movimento 24 Agosto per l’Equità Territoriale, alcuni dei quali, in primis quello de I Vesuviani di San Giorgio a Cremano, hanno lamentato l’assenza (ingiustificata e ingiustificabile) dei Sindaci del comprensorio che hanno ignorato l’invito ad aderire al Recovery Sud.  Presenti, invece, diverse sigle e gruppi della galassia meridionalista: Nazione Napolitana Indipendente, Sud e Civiltà, I Lazzari, Lupi del Sud, Il Sud Conta, Insorgenza Mediterranea. Applauditissima, infine, la delegazione di lavoratori della Whirlpool di via Argine, che da mesi lottano contro la chiusura dello stabilimento di via Argine. E’ una battaglia impari la loro, come del resto quella che attende i coraggiosi Sindaci del Recovery Sud visto che il governo di Roma a trazione padana sembra sordo al grido di dolore che viene da Sud.