E allora ci siamo illusi, perché la possibilità di vincere il campionato non c’è mai stata. Una città intera ha sognato, tranne i due che quel sogno avrebbero dovuto realizzare.
Spalletti e ADL questa settimana hanno portato la stessa tesi: non siamo attrezzati per lo scudetto. Ma al netto dell’amarezza dei tifosi a rompere l’equilibrio è stato l’unico napoletano del Napoli che ha dichiarato a chiare lettere che quest’anno il Napoli era la squadra più forte.
E dargli torto appare complicato dopo aver visto giocare il Milan ieri con il trio di attacco formato da un onesto giocatore di serie B, un titolare di 104 è un incostante giovanotto di belle speranze.
Eppure l’allenatore più suscettibile della storia è partito per la tangente trattando il goleador dei goleador come un delatore. La sortita di Ciro nasce dalla passione ma la risposta di questo signore è la prova che a Napoli non c’è più spazio per il tifo vero, quello fatto di passione e di follia.
Le sole cose che contano sono i soldi della Champions, i bilanci, il risparmio sull’ingaggio del capitano campione d’Europa.
E le proprietà. Perché come ogni buon padre che ne abbia la possibilità compra una casa a testa ai due figli così ADL, core de padre, compra una società di calcio per figlio, così che ognuno possa andare negli spogliatoi e prendere a calci gli armadietti e minacciare i calciatori.
E allora la lezione che ne viene da questi scienziati del calcio che per noi poveri ingenui non c’è più spazio, che se vogliamo vedere una partita vera e pulita ci resta la play station e che ADL è Lotito hanno rovinato il calcio in Italia