Risultano indagati anche un funzionario della Regione Campania, l’ex direttore generale dell’Asl di Caserta Mario De Biasio, nonche’ l’ex sindaco di Castel Volturno (Caserta) Dimitri Russo con tutti i suoi ex assessori e consiglieri comunali, e il presidente di Aiop Campania (Associazione Italiana Ospedalita’ Privata) Sergio Crispino, nell’indagine della Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere che ha portato all’arresto dell’imprenditore della sanita’ Vincenzo Schiavone, titolare della clinica Pineta Grande di Castel Volturno, finito ai domiciliari; altre due misure sono state notificate al collaboratore di Schiavone, Domenico Romano, e al funzionario della Sovrintendenza Paesaggiastica Giuseppe Schiavone (omonimo dell’imprenditore).
Nell’indagine risultano indagate altre 39 persone, cui i carabinieri del Nucleo Investigativo di Caserta hanno notificato l’informazione di garanzia emessa dalla Procura. Nel mirino degli inquirenti – sostituti Vincenzo Quaranta e Giacomo Urbano – oltre ai permessi a costruire dati alla clinica dal Comune di Castel Volturno, e’ finita anche una circolare emanata dalla Direzione Generale della Regione per la Tutela della salute e il Coordinamento del Sistema Sanitario regionale, retta dal dirigente Antonio Postiglione (indagato); un atto che avrebbe consentito a Schiavone di “porre una pezza” alla questione dei posti letto ospedalieri, su cui, secondo la Procura, Schiavone avrebbe prodotto atti non corrispondenti al vero, non presentando alcun piano preventivo, sebbene fosse richiesto dalla legge regionale.
Con l’ampliamento della clinica, i posti letto sarebbero dovuti passare secondo gli inquirenti da 150 a 574, ma violando le norme regionali. La direzione della clinica si e’ sempre difesa dicendo che i posti letto erano stati recuperati dalla chiusura delle altre strutture della stessa proprieta’, in particolare “80 posti letto della Casa di Cura Padre Pio di Mondragone, 54 posti letto della Casa di Cura Villa Bianca di Napoli, 49 posti letto della casa di cura Villa Ester di Avellino”; e che la concentrazione dei posti letto in un’unica struttura derivava dall’obbligo di dare seguito al Decreto “Balduzzi”