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Nadia Carlomagno: “Il teatro è inclusione. L’arte deve essere strumento educativo e sociale per tutti”

“L’arte, nelle sue diverse forme come la pittura, la musica, la scultura, la danza, il cinema, il teatro, le arti performative, supera ogni barriera e ci dimostra il potenziale inclusivo che è capace di esprimere, scatenando così una tempesta relazionale, emotiva ed affettiva in grado di cambiare il nostro punto di vista sugli altri, trasformandoci in persone più sensibili e più inclusive “. A dirlo è la professoressa Nadia Carlomagno, professoressa ordinaria di pedagogia sperimentale a Unisob e attrice, durante il seminario Fare Inclusione, nella Sala Stampa della Camera dei Deputati. Evento organizzato dall’on. Alessandro Caramiello, presidente della Commissione Sviluppo Sud.

Una visione ridotta dell’arte

“Purtroppo – continua la professoressa- ancora oggi non è chiara all’opinione pubblica e alla politica il valore educativo e inclusivo dell’arte, resiste ancora una visione spettacolare, ricreativa e di nicchia dell’esperienza artistica, quando dovrebbe essere l’attraversamento di tutti restituendo a pieno titolo lo spazio educativo che è in grado di occupare fondato sui processi inclusivi, generando una vera cultura della persona. Anche quello che è successo adesso è stato un atto creativo, riunire tutti per una disobbedienza civile. Se non ci fosse stato l’atto comunitario e creativo non avremmo assistito a queste piazze grimite, a questa possibilità di dire no a questa anestesizzazione. Ricordiamoci pure che viviamo in una società interconnessa, in una società accelerata, dove l’accelerazione ci porta all’alienazione, frustrazione, ci porta in un “frenetic standstill”, un blocco della vita in un continuo stato di frenesia e ansia. Generando un disagio e un’insoddisfazione diffusi.

L’arte non è soltanto intrattenimento, ma un potente strumento educativo e sociale che ci riporta nel tempo
Lento, il tempo dell’ascolto e dell’incontro.
In particolare, il teatro è un luogo nel quale si esercita la relazione umana che si alimenta delle differenze. Un linguaggio privilegiato per costruire comunità inclusive e contrastare l’isolamento crescente nella società contemporanea.

Il vero senso dell’inclusione non consista nell’“integrare” una persona in un contesto già prestabilito, ma nel trasformare il contesto stesso affinché ogni individuo possa trovare uno spazio di espressione e partecipazione. In questa prospettiva, l’arte diventa il terreno in cui i linguaggi creativi superano le barriere della lingua parlata e favoriscono un dialogo universale.

Il corpo come linguaggio universale

Richiamando il pensiero di Merleau-Ponty, il corpo è il nostro primo strumento comunicativo: “io sono il mio corpo”, un biglietto da visita che parla anche quando scegliamo il silenzio. L’arte, e in particolare il teatro, valorizza questa dimensione corporea ed emotiva, liberando energie che creano connessioni profonde. Le emozioni, infatti, generano empatia e trasformano le persone in soggetti più sensibili e aperti all’altro.

Teatro come comunità e pratica sociale

Il teatro non è soltanto spettacolo, ma esperienza viva di incontro. Come ricorda Grotowski, è “arte della relazione”:. Questa semplicità nasconde una forza rivoluzionaria, perché il teatro restituisce il tempo lento in una società frenetica, dominata dai social network e dall’alienazione digitale.

Eugenio Barba lo ha definito “un’isola di libertà, derisoria perché non cambia il mondo, ma sacra perché cambia noi”.
È questa la chiave educativa del teatro: non un lusso per pochi, ma un’esperienza necessaria per tutti, capace di sviluppare ascolto, partecipazione e consapevolezza.

L’arte come esperienza del mondo

Da Maria Montessori a Marco Martinelli, il pensiero pedagogico converge sull’idea che l’arte debba diventare parte integrante della formazione. Non semplice passatempo, ma “messa in vita”, occasione di crescita personale e collettiva. Attraverso la pluralità dei linguaggi artistici — musica, danza, cinema, pittura, scultura — si costruisce un’umanità più libera, creativa e inclusiva.